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Giuseppe Padovano

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Giuseppe Padovano (Casarano, 20 marzo 1947) è un pittore, scultore e scenografo italiano.

Le sue opere sono collocate in permanenza in alcuni musei e fondazioni di prestigio internazionale, tra cui il Thyssen-Bornemisza di Madrid, Museum of Art di Vienna, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, la Fondazione Treccani a Milano e la Fondazione Corrente a Milano

Biografia Giuseppe Padovano

Nasce da Candida D’Aquino (1920-1999) e da Giacinto Padovano (1915-1998), primogenito di tre sorelle: Antonietta (1948), Lucia (1952), Adriana (1961).

Giuseppe fin da ragazzo durante gli anni delle scuole primarie, il suo insegnante Luigi Lupo che era anche un pittore (amatore paesaggista) si meravigliava molto dei disegni e dipinti a tempera. Lupo che era un socialista, lo portava sempre alle riunioni di partito e comizi nei vari paesi del salento, Racale, Gallipoli, Otranto e anche in vacanza, dove ogni anno d’estate soggiornava in un appartamento preso in affitto per i mesi d’estate a Santa Cesaria Terme. Di fronte alla casa di famiglia dell’attore Carmelo Bene (1937-2002) nato a Campi Salentina (LE). Nella metà degli anni ‘60 del secolo scorso, allora studente all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, Luigi Lupo era molto amico della famiglia Bene, poiché la famiglia di Carmelo erano professori al Liceo Classico di Lecce e quindi, ogni estate, Carmelo Bene recitava per i vicini di casa, in anteprima i suoi lavori dell’Accademia che in quell’anno era stato cacciato per indisciplina, poiché riteneva i professori troppo tradizionalisti. Intanto preparava il suo primo debutto al cinema: “Nostra Signora dei Turchi” che fu girato a Santa Cesarea Terme, in una vecchia villa costruita in stile orientale (Moresco); molte attori erano dilettanti di Santa Cesarea Terme, amici e conocenti di Carmelo Bene fra questi anche Giuseppe Padovano.

Da ragazzino subisce il fascino dell’architettura (Barocco leccese) e all’età di 8 anni entra nello studio del pittore Casaronese, maestro decoratore e pittore dilettante Grazio Sansò che gli insegna i primi rudimenti. Nel periodo salentino collabora ancora con il maestro Sansò per il restauro delle chiese di Sanarica, Gallipoli, Calimera e Palazzo Pisanelli Tricase.

Nel 1963 dopo aver trascorso l’infanzia e la prima giovinezza nel Salento, con lo zio materno Pietro Picci, si trasferisce in Svizzera a Coira, capitale dei Grigioni. A sedici anni il giovane Giuseppe rivela qualità artistiche precocemente sorprendenti. Nello stesso anno, lo zio Pietro Picci lo iscrive a una scuola d’arte serale di Coira “Corso di disegno e pittura”, diretta da Otto Braschler (nato a Ins, Cantone Berna, Svizzera, 1909 - morto a Coira nel 1985), e gli paga le prime rette, che dura tre anni. Otto Braschler è da poco rientrato da un lungo soggiorno parigino con Alberto Giacometti, nato nel 1901 a Borgonovo Cantone dei Grigionese: il suo maestro diventa il suo primo mecenate, acquistando tre suoi quadri per la somma di frs. 4.000,00.

Ad una conferenza sul divisionismo di Giovanni Segantini del 1963, al Kunsthaus di Coira, conosce Valentina Menghini con la quale instaura un’affettuosa amicizia; figlia dell’editore Menghini di Poschiavo (Svizzera), studentessa al Liceo di Coira e amica della famiglia Giacometti, pittori e scultori della Valle Bregaglia, sempre nel Cantone dei Grigioni, ma da molti anni abitanti a Coira, capitale del Cantone dei Grigioni, nella Confederazione Elvetica.

Nel 1965 e negli anni successivi, il maestro Otto Braschler compra ancora diversi quadri dell’artista Padovano: queste vendite gli permettono di iniziare i lavori di costruzione della sua prima casa a Casarano, nella Penisola Salentina, il cui valore nel 1970 si aggirava sui 5 milioni di lire italiane.

A Coira ha modo di conoscere galleristi e artisti con l’autorevole presentazione di Alberto Giacometti e del suo Maestro Otto Braschler. Alberto Giacometti muore all’ospedale di Coira nel 1966.

Nel 1971 va ad abitare a Milano, in Via Ripa di Porta Ticinese, 47 (Alzaia, Naviglio Grande), quartiere di artisti, pittori e poeti, ospite del suo compaesano Battista Placì. Nello stesso palazzo di ringhiera abitava la poetessa Alda Merini.

A Milano frequenta il Bar Giamaica, quartiere di Brera, a due passi dall’Accademia, punto di raccolta degli spiriti più anticonformisti: scrittori, pittori, attori, poeti; conduce una vita bohémienne, dividendo lo studio-abitazione con i fratelli Alex e Gimmy Liccione, studenti provenienti da New York.

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Giuseppe Padovano, Ritratto
del Dott. Anton Gantner, 1971.

Olio su tela, 50x60 cm. Liechtenstein, Collezione Hoffmann.

Il Bar Giamaica, in quei tempi, era frequentato da grandi artisti, da studenti e da squattrinati come Ugo Mulas, Salvatore Quasimodo, Guido Aristarco, critico della Biennale del Cinema di Venezia, Dario Fo, Piero Manzoni, Leonardo Sciascia, Lucio Fontana, il regista Lattuada, il produttore cinematografico Alfredo Bini (produttore di tutti i film di Pasolini), Ernesto Treccani, Raffaele De Grada, Renato Guttuso, Migneco, Domenico Purificato, l’anarchico Valpreda, Alfredo Mazzotta, Piero Dorazio, Stefano Pizzi, Mariangela Melato, Andrea Cascella, Walter Lazzaro, Elvino Motti, Franca Magro, Giorgio Gaber, e ancora innumerevoli personaggi diventati famosi negli anni a venire.

Supera l’esame di ammissione all’Accademia delle Belle Arti di Brera; vince una borsa di studio per il 1972-73, allievo di Domenico Purificato e contemporaneamente frequenta il Liceo Artistico Cimabue, allievo di A. Santagostino. Lo stesso anno conosce il Maestro Domenico Cantatore, insegnante all’Accademia di Brera, suo conterraneo, che a sua volta lo presenta a diversi artisti milanesi, tra i quali Alik Cavaliere, Raffaele Carrieri, Carolina Hollinger (sorella della futura moglie Wendy Mary Hollinger) e l’attrice e pittrice Mariangela Melato.

Nel 1974 all’Accademia di Brera consegue la laurea con la tesi sul movimento Dadaista Zurighese: relatore Guido Ballo, titolare della Cattedra di Storia dell’Arte all’Accademia di Brera. Ballo presenta a Padovano il pittore siciliano Antonio Lipera, proveniente da Biancavilla, provincia di Catania; successivamente diventano amici fraterni e aprono insieme un atelier d’arte a Milano, in Via Forze Armate al n. 172. Nello stesso periodo, Antonio Lipera lo fa conoscere ai suoi due fratelli Carmelo e Salvatore, che abitavano nella sua stessa casa in Via Zendrini al n. 20, che, per Giuseppe Padovano, diventa una seconda casa a Milano.

Nel 1975 si sposta nella Svizzera tedesca, a Zurigo, Dietikon, affitta il suo primo studio e si iscrive alla Società dei Pittori, Scultori edArchitetti svizzeri, sezione di Zurigo, ed inizia il suo

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Giuseppe Padovano,
Ritratto di Raffaele De Grada, 1980. Olio su tela, 46x72 cm. Milano, Museo e Fondazione Treccani.

periodo dell’espressionismo astratto.

Nel 1976, con il prof. Fernando De Filippi, conclude il corso di serigrafia dell’Accademia di Brera. Nel mese di luglio e agosto dello stesso anno, il suo maestro, Otto Braschler, passa le vacanze estive a Casarano e Gallipoli: insieme a Giuseppe Padovano dipingono la costa ionica salentina, con i suoi colori vivaci della natura del paesaggio, dei secolari ulivi salentini e del suo mare.

Durante la sua prima mostra personale, dal 20 ottobre al 21 novembre 1977, patrocinata dal Consolato Italiano nel foyer del Stadttheater di Coira, l’artista riceve forti critiche poiché l’ambiente culturale grigionese

era fortemente influenzato dai Giacometti, dall’espressionismo di Herbert Ludwig Kirkner (malato di bronchite) che aveva vissuto per molti anni a Davos, nei Grigioni, e dal divisionista Giovanni Segantini, vissuto per molti anni a Saint Moritz e a Coira.

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Giuseppe Padovano, Ritratto di Ernesto Treccani, 1980. Olio su tela, 53x72 cm. Milano, Museo e Fondazione Treccani.

A Milano con Tito Varisco dipinge le scene della Turandot di Puccini per il Teatro alla Scala

Raffaele De Grada nel 1977 lo invita a candidarsi alle elezioni amministrative per il Comune di Milano, nel partito M.L.S. Lo stesso anno, il suo amico scrittore ed editore Anton Gantner gli organizza una mostra personale al Museo d’Arte and Kommunikations del Principato del Liechtenstein. La sua tecnica pittorica, molto incisiva, risente dell’influenza dell’espressionismo astratto (Robert Rauscemberg) ed è qui che emerge il suo stile, astratto e dai colori tenui, che contraddistingue questo suo periodo. Anton Gantner acquista un suo quadro, “Occhio nello spazio”, per la somma di frs. 12.000.

Nel 1978 consegue la laurea in scultura all’Accademia di Brera con la tesi su “Arte e Società nel Novecento”, relatore prof. Raffaele De Grada, esito 110 cum laude. Proprio Raffaele De Grada gli presenta suo cognato Ernesto Treccani, pittore, figlio di Giovanni Treccani, fondatore della famosa enciclopedia “Treccani” e co-fondatore del movimento di corrente (Milano 1938), insieme a Raffaele De Grada, Guttuso, Birolli, Sassu, il regista Lattuada, Oreste Magrì (ispanista), Alfredo Bini ed E. Morlotti. Nello stesso anno Ernesto Treccani gli presenta Demetrio Vittorini, figlio dello scrittore Elio Vittorini. Concorre per una cattedra di Disegno all’Accademia delle Belle Arti di Brera e si classifica al secondo posto.

Nel 1979 viene invitato a Barcellona per la mostra “Omaggio a Picasso”, nel centenario della sua nascita, organizzata dal mercante d’arte ed editore catalano Santiago Palet.

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Giuseppe Padovano, La strage di Bologna, 1980.

Olio su legno, 80x120 cm. Bologna, Pinacoteca Nazionale.

Nel 1980 fa amicizia, a Rovio, con l’architetto Tita Carloni, Maestro dell’architetto Mario Botta.

Il 20 settembre dello stesso anno, sposa a Rovio, nel Canton Ticino (Svizzera), Wendy Mary Hollinger, nata a Washington nel marzo 1956, pittrice e ceramista americana, conosciuta nei corsi universitari

dell’Accademia di Brera a Milano. Testimone di nozze il critico e storico d’Arte Raffaele De Grada, allievo del prof. Longhi (capostipite della storia dell’Arte italiana) e del filosofo A. Banfi.

Durante un vernissage a Milano, nel 1982, Raffaele De Grada lo presenta al poeta spagnolo Rafael

Alberti e a Sergio Ortega: insieme decidono di fare le vacanze nel Salento. Partono in agosto per Gallipoli e poi per Casarano, dove vengono ospitati nella sua casa; durante il mese di vacanza, Padovano esegue diversi ritratti ad olio sia a Rafael Alberti che a Sergio Ortega.

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Giuseppe Padovano,
Ritratto di Armando Cossutta, 1983. Olio su Pavatex, 46x72 cm. Dongo, Museo Nazionale della Fine della Guerra.

Nel 1983 organizza a Casarano nel cine-teatro Araldo un recital col poeta spagnolo Rafael Alberti (1902-1999) e con Sergio Ortega, cantautore-chitarrista spagnolo, esponendo nel foyer del teatro 9 disegni e 14 dipinti, il tutto patrocinato dal Comune di Casarano (sindaco Luigi Memmi).

L’8 ottobre del 1983 nasce a Lugano la figlia Naomi Sofia Anne e apre con la moglie una Galleria d’Arte, “Casa d’Arte Wendy”, a Caslano Ticino (Svizzera), dove espongono,

nell’ambito di una mostra, 30 disegni di Pablo Picasso. I disegni di Picasso sono prestati a Padovano per la mostra dal poeta Rafael Alberti, amico di Picasso. Alla stessa inaugurazione suona e canta Sergio Ortega. Il poeta Rafael Alberti dedica a

Padovano una poesia: “Farfallina salentina”.

Nel 1985, insieme a Raffaele De Grada, con il patrocinio del Comune e menzionato con un servizio dal telegiornale Svizzero, apre il Centro Culturale Borromini a Melano (Canton Ticino), dove espongono pittori internazionali. i. Nel 1986 la Pinacoteca Nazionale di Bologna acquista ed espone un quadro di Padovano, titolato “La strage di Bologna”.

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Giuseppe Padovano, Ritratto del poeta e pittore Rafael Alberti, 1983. Olio su Pavatex, 52x72 cm. Roma, proprietà Rafael Alberti.

L’anno seguente restaura la villa di Lugano di Peter Ottiger, editore del giornale di Zurigo “Neue Züricher Zeitung”, che gli presenta il suo amico industriale e collezionista Hans Peter Hoffmann, il quale acquista diverse sue opere, tra cui il ritratto del dott. Anton Gantner.

Il 19-02-1988 il Consiglio comunale di Casarano prende atto delle affermazioni artistiche di Padovano esprimendo il compiacimento dell’Amministrazione comunale per i risultati raggiunti nella sua carriera artistica (sindaco Luigi Memmi).

Nello stesso anno nasce il figlio Andrea Giacinto Llewellyn, a Lugano. Acquista una casa a Carona (Svizzera): una grossa parte del pagamento di essa è il frutto della vendita di alcuni suoi quadri. All’interno della stessa apre il suo studio artistico e di serigrafia dove edita diverse tirature serigrafiche di Ernesto Treccani, Salvador Dalí e altri autori contemporanei. Stampa in proprio la rivista d’arte “ARTS”, utilizzando una macchina da stampa offset Fuji).

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Foto di famiglia del 1989: i figli Naomi e Andrea Padovano, il Generale Llewellyn Hollinger e seduto, Giacinto Padovano, padre di Giuseppe

Nel 1991 la Galleria “Nel mondo dei fiori” di Lugano organizza una mostra collettiva a tema: “Da Treccani a Padovano” dove espongono Ernesto Treccani, Mario Robaudi, Giuseppe Padovano, Wendy Hollinger, Amanda Lear, Gioxe De Micheli, Ennio Morlotti, Domenico Cantatore e Andrea Cascella. Nel dicembre dello stesso anno fonda la rivista d’arte e cultura “ARTS” con il critico e storico d’arte Raffaele De Grada; viene presentata al pubblico il 21 dicembre presso il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto (Canton Ticino), con il sostegno economico del Dipartimento dell’Istruzione e della Cultura del Canton Ticino e del suocero Llewellyn Hollinger (generale U.S.A.F.). La rivista “ARTS” è stata per molti anni uno strumento di informazione e di confronto culturale; ha pubblicato, fra l’altro, scritti di autorevoli personalità del mondo dell’arte e della cultura come Giovanni Spadolini, Raffaele De Grada, Mario De Micheli, Giorgio Seveso, Rossana Bossaglia, Vittorio Sgarbi, l’architetto Mario Botta (che sarà il testimone di nozze della baronessa Francesca von Thyssen), Bruno S. Frev, Verner W. Pommeryhne, Enrico Predini, Osvaldo Patani, Gian Alberto Dell’Acqua.

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Giuseppe Padovano, Ritratto di giovane coppia, 1993. Olio su legno, 59x75 cm. Vienna, Thyssen-Bornemisza Museum of Art.

Sempre nel 1991, a Lugano, Padovano diviene amico del barone Hans A. Heinrich von Thyssen, grande collezionista, che gli commissiona il ritratto della figlia Francesca e acquista diverse opere, tra le quali “Ritratto di giovane coppia”, per un consistente valore di frs. In seguito, il barone von Thyssen diventa il principale mecenate dell’artista Giuseppe Padovano.

Durante un ricevimento a Villa Favorita il barone gli presenta la figlia Francesca von Thyssen, futura arciduchessa d’Austria, con la quale instaura un’affettuosa amicizia e nel 1991 gli commissiona tre ritratti, e Padovano la ritrae nell’autunno a Villa Favorita: «La luce calibrata illumina di fronte il volto della nobildonna i cui occhi, di un bel tono castano-dorato, esprimono una tenerezza pensosa. Lo sfondo delle pareti dipinte di rosa salmone, il vestito di raffinata fattura, illuminata a giorno, si vede su un lato in alto a sinistra una parte del quadro (autore futurista?), le labbra chiuse approfondiscono il valore emozionale e psicologico del ritratto, inserendo il dipinto nella mente dello spettatore in una dimensione senza tempo, ancorata a quello sguardo indimenticabile e al tempo stesso fiero» (da “Il Giornale del Popolo”, 1996, Lugano).

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Giuseppe Padovano, Ritratto di Francesca von Habsburg, Arciduchessa d’Austria, 1993. Olio su tela, 60x90 cm. Vienna, Thyssen-Bornemisza Museum of Art.

Nel 1992 il Barone von Thyssen offre a Padovano la direzione del Museo Thyssen a Lugano, che Padovano rifiuta. Lo stesso anno, a Milano, durante una mostra organizzata dalla Galleria “Studio Oggetto” di proprietà di Massimo De Simone, gli viene presentato il critico d’arte Achille Bonito Oliva, che a sua volta lo presenta a Giuseppe Napolitano, collezionista ed editore del giornale di Napoli “Il Mattino”. A Milano ha modo di conoscere galleristi ed artisti della Transavanguardia che gravitano attorno alla Galleria “Studio Oggetto”, punto di riferimento degli spiriti più anticonformisti, poeti, pittori, registi, musicisti: Mario Schifano, Alighiero Boetti, Fernando De Filippi, Sergio Ortega, Mimmo Paladino, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Giuseppe Chiari e il critico Enrico Pedrini del movimento Flux. Diventerà poi suo grande amico e sostenitore il collezionista, nonché editore, Giuseppe Napolitano, che pubblicherà la sua tesi sul Novecento e lo aiuterà economicamente nei momenti difficili, acquistandogli diversi dipinti.

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“Il Signor Bruschino” e “Il Barbiere di Siviglia” opere di Gioacchino Rossini. Festival Euroclassic del 28 settembre 1993, Pirmasens (Germania). Regia e scene dell’artista G. Padovano (scene dipinte su tela: metri 5x4, metri 10x4, metri 5x4).

Si trasferisce a Barcellona, nel 1992, dove il suo amico e mercante d’arte Santiago Palet gli affitta lo studio nella sua casa a Colle Serola Park. Durante il soggiorno spagnolo dipinge molte opere (espressionismo astratto). Santiago Palet lo presenta ad Antonio Tapies e, a Barcellona, subisce il fascino del Modernismo Catalano e dell’architettura di Gaudì. Durante un vernissage Santiago gli presenta Florentino Pérez, collezionista e patron del Real Madrid. Nel 1993 mette in scena, per il Festival Euroclassic di Pirmasens (Germania), “Il Signor Bruschino” opera buffa, e “Il Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini; così scrive il direttore del Teatro San Carlo di Napoli, Arnoldo De Angelis: «Misurata ed elegante sia la scenografia che la regia di Giuseppe Padovano, essenziale ed in carattere con la tradizione settecentesca dell’Opera Italiana».

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Giuseppe Padovano con Ernesto Treccani nel suo studio di Milano nel 1993.

Nel corso dello stesso anno, il Presidente del Senato Prof. Giovanni Spadolini si congratula con Padovano per la interessante pubblicazione della rivista “ARTS” e lo invita a partecipare ad una conferenza a Lugano dedicata a Giuseppe Prezzolini, commissionandogli anche un suo ritratto. Sempre nel 1993 Ernesto Treccani commissiona a Padovano tre ritratti: del cognato critico e storico dell’arte Raffaele De Grada, della consorte sorella di Raffaele De Grada, e il proprio ritratto personale.

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Giuseppe Padovano, Natività, 1995. Olio su cartone, 16x18 cm. Salisburgo, Collezione von Habsburg-Thyssen.

Dal 1993 insegna Storia dell’Arte al Liceo Artistico Michelangelo Buonarroti di Lugano. Nel marzo del 1995 il console italiano Lucio Pallotta invita Giuseppe Padovano a presentarsi presso il Consolato d’Italia a Lugano (Svizzera) per essere “schedato”. Il 18 aprile 1995 a Ginevra, presso l’Hotel Intercontinentale, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro lo invita ad un incontro per congratularsi con lui per le sue affermazioni artistiche. Lo stesso anno, il console generale d’Italia Lucio Pallotta gli presenta la pittrice Angiola Tremonti, sorella del ministro Giulio Tremonti.

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L’arciduchessa Francesca von Habsburg e Patricjia Pavisa presentano la mostra personale di Giuseppe Padovano nel 1995.

Anche l’Arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini si congratula con lui per la pubblicazione della rivista “ARTS”, ritenendola interessante, e lo elogia chiedendogli un incontro a Lugano, e commissionandogli nel contempo un suo ritratto. Nel 1996 conosce il filosofo, filologo e teologo svizzero-italiano, di posizione cattolica tradizionalista, Romano Amerio (nato a Lugano nel 1905 e morto sempre a Lugano il 16 gennaio 1997), restaurando una scultura in legno di Gesù nella sua casa di Lugano. Essendo Amerio già cieco, quando Padovano lo incontra per la prima volta e ne diventa da subito amico, gli chiede di aiutarlo nella lettura dei vari giornali del Vaticano, soprattutto il famoso quotidiano “L’Osservatore Romano”: ogni giorno il Padovano, fino alla data della sua morte, andava a casa di Amerio per questa umana funzione.

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Il filosofo e teologo Romano Amerio.

Nel 1997 Giuseppe Padovano viene incaricato dal Direttore e curatore del Kunsthistorisches Museum di Vienna, Dott. Rudolf Disteiberger, di organizzare la mostra dal titolo: “Der Zauber edler Steine” (evento accademico), per conto della Confederazione Elvetica: esposizione di pietre dure e pietre preziose, alta gioielleria e quadri di varie scuole italiane, francesi, tedesche, ungheresi e austriache, provenienti dalla Collezione degli Imperatori d’Asburgo, per festeggiare il 500º anniversario del Coro “Vienna Boys’ Choir”. Durante la manifestazione del 25 aprile 1997 (Festa Nazionale della Liberazione), Padovano è invitato dal console italiano per una mostra personale al Centro Culturale Carlo Cattaneo di Lugano: ospite speciale Armando Cossutta, deputato e vice presidente dell’ANPI, il quale pronuncia un lungo discorso sulla Resistenza italiana. A fine manifestazione Armando Cossutta e il Console d’Italia Lucio Pallotta si impegnano per l’acquisto di un quadro dell’artista, per la somma di 15.000 frs., da destinare alla collezione della Galleria d’Arte Moderna di Roma. Armando Cossutta e consorte diventeranno da allora ottimi amici di Padovano.
Giuseppe

Nel luglio del 1998 ritorna in patria a Casarano (Lecce) dove apre uno studio nella casa paterna. Lo stesso anno, il suo amico e sindaco uscente di Casarano, William Ingrosso (amico di Massimo D’Alema), lo invita a candidarsi al Comune di Casarano. Nel 1999 muore improvvisamente all’ospedale di Casarano la madre Candida D’Aquino. Lo stesso anno si spegne a Cadice, in Andalusia (Spagna), il suo amico e poeta Rafael Alberti, amico di Pablo Picasso; muore anche il suo amico William Ingrosso in un incidente stradale.

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Il barone Hans Heinrich von Thyssen
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La baronessa Carmen von Thyssen-Bornemisza

Nel 2002 muore nella sua villa di Sant Feliu de Guíxols, in Costa Brava (Spagna), il barone e grande collezionista Hans Heinrich von Thyssen, proprietario di una delle più grandi collezioni private del mondo che conta 1.500 opere, dall’antichità fino agli artisti contemporanei; gran parte della favolosa collezione artistica privata del barone, la più importante del mondo, è oggi conservata al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, in Spagna, nelle sale del Palazzo Villahermosa. È parte integrante del magnifico “Paseo del Arte” madrileno, con i suoi vicini, il Museo del Prado e il Reina Sofia. Le migliori 775 opere di questa collezione sono state cedute nel 1993 allo Stato spagnolo in cambio di 338 milioni di dollari, un prezzo d’affezione. Il barone von Thyssen è stato tra i businessman più ricchi del mondo, anche per aver fondato il Thyssen-Bornemisza Group (TBG), creando un grande mercato negli Stati Uniti e nel mondo intero, costituito da oltre 250 imprese divise in vari rami di attività, che vanno dalla tecnologia informatica ai robot e ai macchinari agricoli, con nuovi sistemi gestionali sempre all’avanguardia.

Nel 2003 il Comune di Casarano patrocinia una sua mostra personale a Palazzo Delia, dove vengono esposte 56 opere, dipinte ad olio (sindaco Remigio Venuti). Costretto da grosse difficoltà economiche, nello stesso anno, divorzia dalla moglie Wendy Hollinger. Il 21 dicembre 2003 durante una mostra personale alla Galleria Comunale di Casarano, viene rubato il ritratto dell’arciduchessa d’Austria Francesca d’Asburgo, un quadro ad olio del valore di decine di migliaia di euro. Dal quotidiano di Lecce, 21 dicembre 2003: «Furto choc alla Mostra di Padovano» e così dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” e dai telegiornali di tutto il mondo. Nel 2008 muore improvvisamente a Carona (Canton Ticino, Svizzera) il suocero e sostenitore finanziario della rivista “ARTS” Llewellyn Hollinger, generale degli Stati Uniti d’America, che aveva fatto parte dello staff dei Presidenti John Fitzgerald Kennedy alla Casa Bianca e, durante la seconda guerra mondiale, anche dello staff di Franklin Delano Roosevelt e Harry Truman. Nel 2010 diventa amico di Dik Messmann, ricco collezionista olandese. Lo stesso anno muore a Milano il suo grande amico e maestro d’arte e di vita Raffaele De Grada, che lascia nell’artista Padovano un vuoto infinito.

Nel 2015 muore, dopo una breve malattia all’ospedale di Napoli, un altro suo grande amico e sostenitore: l’editore Giuseppe Napolitano. In seguito Padovano gli dedicherà la poesia “Orfano della musa di Capri”. Lunedì 15 dicembre 2015, all’Ospedale San Camillo di Roma, muore l’amico e sostenitore Armando Cossutta, che aveva partecipato alla resistenza con la Brigata Garibaldi, vice-presidente dell’ANPI. Nel dicembre dello stesso anno, torna in Spagna, a Barcellona, insieme con il suo amico catalano, mercante d’arte ed editore, Santiago Casajuana Palet: acquistano un terreno edificabile sulla Costa Brava, a Rosamar, nel comune di Santa Cristina d’Aro, in Catalogna, con l’intenzione di costruire una nuova galleria d’arte.

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