Aldo Brancher

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Aldo Brancher

Ministro per la Sussidiarietà e il Decentramento
Durata mandato18 giugno 2010 –
5 luglio 2010
PresidenteSilvio Berlusconi
PredecessoreCarica creata
SuccessoreCarica sciolta

Sottosegretario di Stato alle Riforme istituzionali e devoluzione
Durata mandato11 giugno 2001 –
17 maggio 2006
ContitolareGian Paolo Gobbo[1]
Nuccio Carrara[2]
PresidenteSilvio Berlusconi
PredecessoreDario Franceschini
SuccessoreGiampaolo D'Andrea
Paolo Naccarato

Sottosegretario di Stato alle Riforme per il federalismo
Durata mandato12 maggio 2008 –
18 giugno 2010
PresidenteSilvio Berlusconi
PredecessoreGiampaolo D'Andrea
Paolo Naccarato
SuccessoreIvan Scalfarotto
Sesa Amici
Luciano Pizzetti

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaXIV, XV, XVI
Gruppo
parlamentare
XIV-XV: Forza Italia
XVI: Il Popolo della Libertà
CoalizioneCasa delle Libertà (XIV-XV)
Centro-destra 2008 (XVI)
CircoscrizioneVeneto 2
CollegioXIV: Bussolengo
Incarichi parlamentari
XIV legislatura
  • 1ª Commissione Affari costituzionali della Presidenza del Consiglio e Interni

XV legislatura

  • 6ª Commissione Finanze

XVI legislatura

  • 14ª Commissione Politiche dell'Unione Europea (sostituito da Isidoro Gottardo)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoFI (1999-2009)
PdL (2009-2013)
Titolo di studioBaccalaureato in teologia
Professionedirigente d'azienda

Aldo Brancher (Trichiana, 30 maggio 1943) è un ex politico ed ex dirigente d'azienda italiano, ministro e sottosegretario di Stato nei governi Berlusconi II, III e IV.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Prima di intraprendere la carriera politica è stato sacerdote paolino e dal 1973 collaboratore di don Emilio Mammana presso l'ufficio pubblicità di Famiglia Cristiana[3].

Carriera in Fininvest[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1982 Brancher, tornato allo stato laicale dopo il sacerdozio, entra Fininvest, di cui diviene dirigente. Negli anni novanta è coinvolto nello scandalo di Tangentopoli.

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

La carriera politica di Aldo Brancher è iniziata nel 1999 in Forza Italia.

Deputato e sottosegretario di FI[modifica | modifica wikitesto]

Due anni dopo, nel maggio 2001 venne eletto deputato alla Camera.

Durante la XIV Legislatura, sotto entrambi i governi Berlusconi, è stato sottosegretario di Stato alle riforme istituzionali.

Rieletto alla Camera nell'aprile 2006, è stato vicepresidente del gruppo Forza Italia alla Camera durante la XV Legislatura.

Deputato e ministro del PdL[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2008 è stato rieletto nelle liste del Popolo della Libertà.

Dal 18 giugno al 6 luglio 2010 è stato Ministro senza portafoglio del quarto governo Berlusconi, inizialmente per l'attuazione del federalismo[4], poi per la sussidiarietà e il decentramento. Tuttavia le sue deleghe non sono mai state ufficializzate tramite pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale [5]. A 5 giorni dalla nomina a Ministro, Aldo Brancher ha fatto richiesta di proroga del procedimento a suo carico per lo scandalo Antonveneta, richiesta negatagli dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, motivo per cui ha dovuto rinunciare. Le polemiche intorno al suo incarico e alle vicende giudiziarie in cui Brancher era coinvolto hanno portato infine alle sue dimissioni da ministro dopo solo 17 giorni di mandato[6], prima che la Camera e il Senato votassero una mozione di sfiducia nei suoi confronti[7]. È rimasto deputato alla Camera fino al marzo 2013.

Altre attività[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2011 è diventato Presidente dell'"Organismo di indirizzo" (ODI)[8], un ente pubblico che gestisce un fondo di finanziamenti per lo sviluppo dei comuni di confine con le province di Trento e Bolzano, comuni facenti parte delle province di Sondrio, Brescia, Verona, Vicenza e Belluno.[9]

Nel 2021 fonda Mall of sport, un'azienda di impiantistica sportiva[10].

Procedimenti giudiziari[modifica | modifica wikitesto]

Falso in bilancio e finanziamento illecito ai partiti (Tangentopoli)[modifica | modifica wikitesto]

Detenuto nel 1993 per tre mesi nel carcere di San Vittore.[11] Scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare, è stato condannato con giudizio di primo grado e in appello per falso in bilancio e finanziamento illecito ai partiti. In Cassazione il secondo reato va in prescrizione per riduzione dei termini, mentre il falso in bilancio è stato depenalizzato dal Governo Berlusconi.

Ricettazione e appropriazione indebita (scandalo Antonveneta)[modifica | modifica wikitesto]

Viene indagato a Milano per ricettazione (600 000 euro versatigli in quattro diverse occasioni) e per appropriazione indebita (420 000 euro) nell'indagine sullo scandalo della Banca Antonveneta e la scalata di Gianpiero Fiorani all'istituto creditizio[11][12][13]: la Procura ha rintracciato, presso la Banca Popolare di Lodi, un conto intestato alla moglie di Brancher con un affidamento e una plusvalenza sicura di 420 000 euro in due anni[14]. Ha chiesto ed ottenuto di poter accedere al rito abbreviato.[15].

Il 28 luglio 2010 il pubblico ministero di Milano, Eugenio Fusco, ha chiesto una condanna a due anni di reclusione e seimila euro di multa[12][13].
La sentenza di primo grado è stata emessa lo stesso giorno dal giudice monocratico Anna Maria Gatto, che ha riconosciuto colpevole l'imputato di due dei quattro episodi di ricettazione contestati e dei due episodi di appropriazione indebita[12] e ha condannato Brancher ai due anni di reclusione richiesti e a 4000 euro di multa[12][16].

Il 3 marzo 2011 la Corte d'Appello di Milano conferma la condanna a due anni di reclusione per ricettazione e appropriazione indebita[17].

Il 4 agosto 2011 la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di Brancher contro la sentenza di secondo grado, rendendo definitiva la condanna a due anni di reclusione e a 4000 euro di multa. La sentenza non viene eseguita perché Brancher beneficia dell'indulto del 2006[18].

Controversia sull'opposizione del legittimo impedimento[modifica | modifica wikitesto]

A cinque giorni dalla nomina a Ministro avvenuta il 18 giugno 2010, Aldo Brancher ha eccepito in base alla legge il legittimo impedimento. Il 26 giugno era prevista l'udienza del processo sul tentativo di scalata ad Antonveneta da parte di Bpi in cui il ministro era imputato[19]. Brancher ha motivato la richiesta di sospensione del processo con la necessità di organizzare il nuovo ministero. Ma il Quirinale, con una nota, ha fatto presente che essendo Brancher ministro senza portafoglio, la struttura ministeriale non è prevista[20][21]. A seguito della riprovazione da parte delle principali forze politiche, della stampa e dell'opinione pubblica, Brancher ha affermato di voler rinunciare al legittimo impedimento e di essere pronto a presentarsi all'udienza del 5 luglio 2010[22], nel corso della quale ha annunciato le proprie dimissioni da ministro[23][24].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dal 13 dicembre 2004 al 23 aprile 2005
  2. ^ Dal 23 aprile 2005
  3. ^ Brancher, nel "suo" Veneto nessuno piange per lui, su archiviostorico.corriere.it, lastampa.it. URL consultato il 2 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2013). Quando Brancher si chiamava don Aldo, prete della pubblicità, su www1.lastampa.it, corriere.it. URL consultato il 2 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2013).
  4. ^ Governo, Aldo Brancher ministro al Federalismo, su ilgiornale.it. URL consultato il 18 giugno 2010.
  5. ^ Il ministro del nulla, su ilpost.it, 29 giugno 2010. URL consultato il 5 luglio 2010.
  6. ^ Brancher va dai giudici: «Mi dimetto» Berlusconi: «Ho condiviso la sua scelta», su corriere.it, Corsera.it, 5 luglio 2010.
  7. ^ Brancher, il Pd sul piede di guerra «Mozione di sfiducia». Ok dell'Idv, Corriere della Sera, 29 giugno 2010
  8. ^ A Brancher 160 milioni di euro - l'Espresso, su espresso.repubblica.it. URL consultato il 29 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2011).
  9. ^ FONDO ODI - Fondo per lo Sviluppo dei Comuni di Confine Archiviato il 12 agosto 2011 in Internet Archive.
  10. ^ tuttosport.com
  11. ^ a b Brancher ministro del Federalismo Tutta l'opposizione all'attacco, in repubblica.it, 18 giugno 2010. URL consultato il 19 giugno 2010.
  12. ^ a b c d Antonveneta, la richiesta del pm "Due anni per Brancher", in la Repubblica, 28 luglio 2010. URL consultato il 28 luglio 2010.
  13. ^ a b Redazione online, Antonveneta, il pm: 2 anni per Brancher, in Corriere della Sera, 28 luglio 2010. URL consultato il 29 luglio 2010.
  14. ^ Marco Travaglio, Peter Gomez, Se li conosci li eviti, Chiarelettere, 2008
  15. ^ Davide Vecchi, Brancher chiede rito abbreviato e annuncia dimissioni, in il Fatto Quotidiano, 05 luglio 2010. URL consultato il 15 agosto 2010.
  16. ^ Due anni a Brancher. Il Fatto Quotidiano del 29.07.2010 Archiviato il 5 agosto 2010 in Internet Archive.
  17. ^ Antonveneta, confermati i due anni per l'ex ministro pdl Aldo Brancher, in la Repubblica, 03 marzo 2011. URL consultato il 3 marzo 2011.
  18. ^ La politica degli impresentabili. Brancher condannato a due anni il Fatto Quotidiano, 5 agosto 2011
  19. ^ Bpi, Brancher invoca il legittimo impedimento, in corriere.it, 24 giugno 2010. URL consultato il 24 giugno 2010.
  20. ^ Brancher, interviene il Quirinale "Non ha legittimo impedimento" - La Repubblica 25/6/2010
  21. ^ Non c'è il legittimo impedimento Su Brancher lo stop del Quirinale su adnkronos.com
  22. ^ A sera il ministro getta la spugna "Troppi attacchi dai miei alleati", La Repubblica, 27 giugno 2010
  23. ^ Brancher getta la spugna in aula: "Mi dimetto", La Repubblica, 5 luglio 2010
  24. ^ Brancher, 17 giorni da ministro, Corriere della Sera, 5 luglio 2010

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Sottosegretario di Stato alle riforme istituzionali Successore
Antonio Maccanico (Ministro) 11 giugno 2001 - 17 maggio 2006 Vannino Chiti (Ministro) I
Giampaolo D'Andrea 12 maggio 2008 - 18 giugno 2010 vacante II
Predecessore Ministro per la Sussidiarietà e il Decentramento Successore
non esistente 18 giugno 2010 - 5 luglio 2010 -