Mery per sempre

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Mery per sempre
Una scena del film
Lingua originaleItaliano, Siciliano
Paese di produzioneItalia
Anno1989
Durata102 min
Rapporto1,66:1
Generedrammatico
RegiaMarco Risi
SoggettoAurelio Grimaldi (omonimo romanzo)
SceneggiaturaAurelio Grimaldi (non accreditato), Sandro Petraglia, Stefano Rulli
ProduttoreClaudio Bonivento
Casa di produzioneNumero Uno International
Distribuzione in italianoAcademy Pictures
FotografiaMauro Marchetti
MontaggioClaudio Di Mauro
MusicheGiancarlo Bigazzi
ScenografiaMassimo Spano
CostumiRoberta Guidi Di Bagno
TruccoRaul Ranieri
Interpreti e personaggi

Mery per sempre è un film del 1989 diretto da Marco Risi.

Tratto dall'omonimo romanzo di Aurelio Grimaldi, il film è ambientato in un carcere minorile palermitano. Il titolo prende spunto dalla storia di Mery Libassi, una prostituta transessuale che viene arrestata per aver ferito un suo cliente. L'opera ha vinto l'Efebo d'oro nel 1989 come miglior regia[1] e il Ciak d'oro nel 1990 come miglior film.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Palermo. Il professor Marco Terzi, appena trasferito da Milano, accetta il poco ambito incarico di docente al carcere minorile Rosaspina (ispirato al vero carcere di Malaspina), in attesa del trasferimento in un liceo di Palermo. Il primo impatto con gli allievi è particolarmente duro perché i ragazzi vedono in lui un'espressione del potere.

Ciascuno di essi ha dietro di sé una storia amara. Natale ad esempio è il più grande ed è imputato per l'omicidio degli assassini di suo padre. Si reputa un duro e il leader dei detenuti, con l'appellativo di Minchiadura. Seguono Antonio accusato di rapina a mano armata, Matteo accusato di detenzione e spaccio di stupefacenti, Giovanni (detto King Kong) accusato di furto con scasso, il giovanissimo Claudio accusato di furto con scasso, il recidivo Pietro, catturato dopo un inseguimento scaturito dal furto di uno stereo, ed infine Mario (soprannominatosi Mery), giovane transessuale detestato dal padre e dai fratelli che pratica la prostituzione, finendo per ferire un suo cliente violento. Poco alla volta, il professore riesce a conquistare tutti i ragazzi, sia sul piano didattico che umano, mitigando persino l'arroganza di Natale e il comportamento esuberante nonché molesto di Mery, qui in maniera alquanto teatrale.

Purtroppo alcuni episodi turbano l'equilibrio creatosi: la fuga di Pietro ed il trasferimento di Claudio in un altro istituto, ribellatosi alle molestie sessuali di Carmelo. Il primo trova rifugio a casa del protagonista, per restare ferito gravemente in un conflitto a fuoco durante un tentativo di rapina e morire accanto al docente. Sconvolto egli si presenta nella camerata dei giovani detenuti, divenuti ultimamente ostili, ritenendolo responsabile dell'atmosfera repressiva creatasi nel carcere. Parlando loro della fine pietosa del loro compagno, riacquista la loro fiducia. Giunge un giorno la lettera di trasferimento in una scuola superiore, ma egli la straccia davanti ai suoi alunni che sorridono risollevati: il suo posto è ormai quello.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Miglior film[2]
Migliore attore protagonista a Michele Placido[2]
Candidatura a migliore attore non protagonista a Claudio Amendola
Candidatura a migliore sceneggiatura a Sandro Petraglia e Stefano Rulli
Candidatura a migliore sonoro in presa diretta a Tommaso Quattrini
Candidatura a migliore montaggio a Claudio Di Mauro

Sequel[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ragazzi fuori.

La pellicola ha avuto un sequel: Ragazzi fuori, del 1990, diretto ancora una volta da Marco Risi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ EFEBO D'ORO ASSEGNATO A MARCO RISI - la Repubblica.it, in Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 20 marzo 2018.
  2. ^ a b Enrico Lancia, Ciak d'oro, su books.google.it. URL consultato il 13/04/20.

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