Operazione Bernhard

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Adolf Burger mostra una banconota contraffatta

Operazione Bernhard era il nome in codice di un piano segreto tedesco, sviluppato durante la seconda guerra mondiale, il cui obiettivo principale era di mettere in crisi l'economia britannica attraverso l'immissione massiccia di banconote false da £5, £10, £20 e £50. I falsi avrebbero dovuto far aumentare l'inflazione e quindi distruggere il sistema economico e finanziario del nemico.

Descrizione dell'operazione[modifica | modifica wikitesto]

Il Sturmbannführer delle SS Bernhard Krüger, dopo la sua cattura nel 1946

La prima fase fu gestita all'inizio del 1940 dal Sicherheitsdienst (SD) con il titolo di operazione Andreas, anche nota, nel mondo anglosassone, come operazione Andrew.[1] L'unità duplicò con successo la carta filigranata usata dai britannici, produsse blocchi di incisione quasi identici e dedusse l'algoritmo usato per creare il codice seriale alfa-numerico su ciascuna banconota.[2][3] L'unità fu chiusa all'inizio del 1942 dopo che il suo capo, Alfred Naujocks, cadde in disgrazia con il suo ufficiale superiore, Reinhard Heydrich.[4]

L'operazione successivamente prende il nome dal capitano delle SS Bernhard Krüger, già esperto nella falsificazione di passaporti, che ne era il responsabile.[5] La stampa dei biglietti, iniziata nel 1942, ebbe luogo presso le baracche 18 e 19 del campo di concentramento di Sachsenhausen posto 35 chilometri a nord di Berlino, grazie al lavoro di 137 deportati ebrei di 13 differenti nazionalità, tutti esperti in modo professionale di stampa su carta.[6]

Il lago Toplitz visto dall'alto

Le banconote vennero utilizzate dai servizi segreti nazisti, tra l'altro, in due particolari casi:

Gran parte del denaro contraffatto, racchiuso in casse metalliche, venne gettato dai nazisti, negli ultimi giorni di guerra, nel lago Toplitz, in Austria.[10]

Un'analisi storica fu pubblicata nel 2006 nel volume Krueger's Men di Lawrence Malkin; l'operazione Bernhard è considerata la più grande operazione di contraffazione di banconote, nello specifico di sterline, di tutta la storia. Grande sia dal punto di vista della quantità, pari a circa 133 milioni di sterline, sia dal punto di vista della strepitosa qualità delle banconote stampate fino a metà del 1945.[11]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pirie, p. 3.
  2. ^ Malkin, pp. 21–23.
  3. ^ Pirie, pp. 5–6.
  4. ^ Bower, pp. 46–47.
  5. ^ Malkin, pp. 71–72.
  6. ^ Tiley, p. 52.
  7. ^ Nachtstern, p. 27.
  8. ^ Ruffner, p. 46.
  9. ^ Bower, pp. 51–52.
  10. ^ Bower, pp. 54–55.
  11. ^ Malkin, p. 117.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Peter Bower, Operation Bernhard: The German Forgery of British Paper Currency in World War II, in Peter Bower (a cura di), The Exeter Papers, London, The British Association of Paper Historians, 2001, pp. 43–65, ISBN 978-0-9525757-2-6.
  • (EN) Adolf Burger, The Devil's Workshop: A Memoir of the Nazi Counterfeiting Operation, London, Frontline Books, 2009 [First published in 1983 as The Commando of Counterfeiters], ISBN 978-1-84832-523-4.
  • (EN) David Kahn, Hitler's Spies, Boston, MA, Da Capo Press, 1978, ISBN 978-0-306-80949-1.
  • (EN) Davis Littlejohn e C. M. Dodkins, Orders, Decorations, Medals and Badges of the Third Reich, James Bender, 1968, ISBN 978-0-912138-01-5.
  • (EN) Lawrence Malkin, Krueger's Men: The Secret Nazi Counterfeit Plot and the Prisoners of Block 19, New York, Little, Brown, 2008, ISBN 978-0-316-06750-8.
  • (EN) Moritz Nachtstern e Ragnar Arntzen, Counterfeiter: How a Norwegian Jew Survived the Holocaust, traduzione di Sidsel Nachtstern, Oxford, Osprey Publishing, 2008, ISBN 978-1-84603-289-9. Prima pubblicazione in norvegese nel 1949 come Falskmynter i blokk 19.
  • (EN) Anthony Pirie, Operation Bernhard, London, Cassell & Co, 1961, OCLC 603725.
  • Stefano Poddi, Le sterline di Hitler e l'Officina del diavolo, in Cronaca Numismatica, n. 204, febbraio 2008.
  • Stefano Poddi, Operazione Bernhard l'Officina del diavolo, in Soldi di carta, autopubblicato, novembre 2016, p. 159.

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